A-B-C-D-E-F-G-H-I-J-K-L-M-N-O-P-Q-R-S-T-U-V-W-X-Y-Z
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PA
Pubblica Amministrazione
PAIN - Programmi Attuativi interregionali
I Programmi Attuativi Interregionali (attivi solo per il Mezzogiorno) rappresentano il documento di programmazione attuativa presentato dall’autorità nazionale o regionale necessario alla realizzazione degli interventi della politica nazionale aggiuntiva finanziati dal FAS. Il PAIN contiene i profili operativi atti a esplicitare, sul piano realizzativo e delle modalità di attuazione, i contenuti di programmazione strategica definiti nel DUP/DUSS, i relativi obiettivi ed azioni, al fine di consentire l'univoca interpretazione della relativa strategia e le necessarie attività di valutazione in itinere ed ex post.
PAN FAS
Il Programma Attuativo Nazionale FAS: Ricerca e Competitività - Mezzogiorno e Centro Nord - rientra nell'ambito della programmazione nazionale strategica unitaria sancita del Quadro Strategico Nazionale. Obiettivo del Programma è accrescere la capacità di produrre e utilizzare ricerca e innovazione di qualità per l'innesco di uno sviluppo duraturo e sostenibile nel Mezzogiorno e nel Centro Nord
PAR FAS
I Programmi Attuativi Regionali (attivi solo per il Mezzogiorno) rappresentano il documento di programmazione attuativa presentato dall’autorità regionale necessario alla realizzazione degli interventi della politica regionale aggiuntiva finanziati dal FAS. Il PAR contiene i profili operativi atti a esplicitare, sul piano realizzativo e delle modalità di attuazione, i contenuti di programmazione strategica definiti nel DUP/DUSS, i relativi obiettivi ed azioni, al fine di consentire l'univoca interpretazione della relativa strategia e le necessarie attività di valutazione in itinere ed ex post.
Parco Progetti
Il Parco Progetti Regionale è la “riserva” di progetti a disposizione della Giunta Regionale della Campania per la programmazione regionale delle risorse finanziarie regionali, e aggiuntive nazionali e comunitarie per le politiche di coesione e sviluppo.
Partenariato
Insieme di soggetti pubblici e privati, forze economiche e sociali che, nell'ambito dei rispettivi ruoli e competenze, concertano la programmazione e l'attuazione degli interventi finalizzati al miglioramento e allo sviluppo del territorio. Viene interessato in un processo di confronto fra parti diverse, coinvolte in un medesimo settore di interesse, che concertano la realizzazione di interventi finalizzati allo sviluppo economico e all'integrazione sociale.
Partenariato istituzionale
Partenariato che si esplicita a livello istituzionale e che rappresenta quindi gli interessi dello Stato, delle Regioni e delle Autonomie locali. E' quindi costituito da un insieme di soggetti istituzionali che partecipano alla predisposizione e all'attuazione dei programmi di sviluppo del territorio, attraverso il coordinamento e la consultazione continua.
Partenariato socioeconomico
Partenariato che esprime i bisogni delle parti economiche e sociali. E'costituito dall'insieme dei diversi attori (ad esempio sindacati, associazioni datoriali, associazioni rappresentanti interessi diffusi o trasversali, ecc.), attraverso il coinvolgimento dei quali si creano le condizioni per l'avvio di processi duraturi e sostenibili di sviluppo locale e per la realizzazione di azioni innovative.
PASER - Piano d'Azione per lo Sviluppo Economico Regionale
Il PASER è uno strumento di pianificazione strategica triennale finalizzato ad incrementare la competitività del sistema produttivo regionale ed a promuovere e coordinare gli interventi per rafforzare l’innovazione e la produttività dei distretti e delle filiere, chiamando a nuove responsabilità e nuove sfide, assieme all’Istituzione Regionale ed alle Istituzioni del territorio, tutte le forze sociali e imprenditoriali: il mondo dell’impresa e della cooperazione, il mondo dei lavori, la comunità scientifica, le associazioni dei consumatori, il credito e le finanza agevolata.
Patti Territoriali
Il Patto territoriale è un accordo stipulato tra differenti soggetti locali – imprese, enti locali, associazioni industriali e del lavoro, ecc. – volto ad individuare obiettivi di sviluppo condivisi, ed una batteria di interventi produttivi ed infrastrutturali tra loro integrati, necessari per conseguirli. Lo strumento è stato regolamentato dalla L. 662/96, art. 2, comma 203, lett. d) che definisce il Patto un "accordo, promosso da enti locali, parti sociali, o da altri soggetti pubblici o privati (…) relativo all’attuazione di un programma di interventi caratterizzati da specifici obiettivi di promozione dello sviluppo locale".
Phasing in
Le aree in phasing-in sono quelle che, comprese nell’Obiettivo 1 nel periodo di programmazione comunitaria 2000-2006, grazie ai progressi economici compiuti negli ultimi anni passano, nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013, nel quadro dell’Obiettivo Competitività regionale e occupazione e sono oggetto di stanziamenti finanziari speciali in virtù del loro precedente status di regioni Obiettivo 1. Per l’Italia la regione in phasing-in è la Sardegna.
Phasing out
Le aree in phasing-out sono quelle che, in quanto comprese nell’Obiettivo 1 nel periodo di programmazione comunitaria 2000-2006, sono beneficiarie, nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013, di un sostegno transitorio accordato, in quanto la loro uscita dalle aree economicamente depresse è avvenuta per l’effetto statistico dell’allargamento dell’UE a Paesi con PIL sensibilmente inferiori alla media comunitaria e non solo per progressi economici. Tale sostegno transitorio, che termina nel 2013, è accordato al fine di rendere meno drastico il passaggio da un regime di sostegno ad un altro riservato alle aree più prospere. Per l’Italia la regione in phasing-out è la Basilicata.
Piano di comunicazione
Il Piano di Comunicazione di un programma operativo rappresenta lo strumento per programmare organicamente ed ottimizzare le scelte di comunicazione che riguardano un ciclo di programmazione, identificando nel dettaglio come verrà garantito e tradotto in pratica dall’Autorità di Gestione il rispetto delle misure di informazione e pubblicità dettate dai regolamenti europei. Il Piano rappresenta, inoltre, la leva strategica dell’Ente per definire precise responsabilità e ruoli degli attori coinvolti nel processo di programmazione, facendo sì che la comunicazione intervenga direttamente sull’efficienza dei processi di attuazione.
Piano di valutazione
Documento che individua l’assetto organizzativo per la gestione delle valutazioni, inclusi i meccanismi per salvaguardare qualità ed autonomia di giudizio dei processi valutativi; l’insieme delle attività di valutazione, che ciascuna Amministrazione si impegna a realizzare nelle diverse fasi di attuazione della politica regionale unitaria, con indicazione dei meccanismi individuati per la selezione dei temi e/o delle domande valutative; le risorse finanziarie e le risorse umane dedicate alle attività di valutazione le attività di valutazione, la tempistica, il modo di condurle (internamente o attraverso valutatori esterni reperiti sul mercato). Il QSN e la Delibera CIPE di attuazione del QSN, tenuto conto delle disposizioni introdotte dal Regolamento (CE) del Consiglio n. 1083 dell’11.07.2006 (Art. 48 par. 1 comma 2) e delle Linee Guida adottate dalla Commissione Europea, prevedono che il Piano riguardi tutte le valutazioni di interventi della politica regionale unitaria, indipendentemente dalla fonte di finanziamento.
PIF - Progetti integrati di Filiera
Nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale, i PIF sono finalizzati a promuovere e realizzare nelle filiere agricole ed agroindustriali assetti più dinamici e competitivi, attraverso interventi coordinati per l’ammodernamento strutturale del sistema della trasformazione e della valorizzazione commerciale dei prodotti, il trasferimento delle conoscenze, l’introduzione delle innovazioni ed il miglioramento della qualità.
PIL - Prodotto Interno Lordo
Secondo la definizione dell’ISTAT è il risultato finale dell'attività di produzione delle unità produttrici residenti. Corrisponde alla produzione totale di beni e servizi dell'economia, diminuita dei consumi intermedi ed aumentata dell'IVA gravante e delle imposte indirette sulle importazioni. E' altresì, pari alla somma dei valori aggiunti ai prezzi di mercato delle varie branche di attività economica, aumentata dell'IVA e delle imposte indirette sulle importazioni, al netto dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati (SIFIM). (Sistema europeo dei conti, SEC 95).
PIRAP - Piano Integrato Rurale Aree Protette
I PIRAP promuovono e realizzano interventi pubblici coordinati destinati ad adeguare le dotazioni infrastrutturali del territorio, al miglioramento della fruibilità dei servizi essenziali alle popolazioni locali, alla diffusione delle tecnologie di comunicazione ed informazione, alla prevenzione dei rischi ambientali nel quadro della valorizzazione naturalistico paesaggistica del territorio e dell’elevazione della sua attrattività. Essi hanno una forte connotazione ambientale e saranno formulati dagli Enti che presiedono alla tutela e gestione delle Aree Parco. Essi provvederanno a promuovere una larga concertazione negli ambiti di competenza diretta a favorire la partecipazione alla definizione di ciascuno progetto da parte dei diversi portatori di interessi pubblici e privati presenti sul territorio. Nell’ambito del PSR, i PIRAP costituiscono progetti di investimento di carattere collettivo e locale.
Pista di controllo
Documento che contiene, ai fini della corretta esecuzione dei controlli gestionali e dei controlli di primo livello, per ogni attività di controllo individuata nel flusso dei processi, la descrizione dettagliata dell’esecutore dell’attività di controllo, dell’attività di controllo, dei documenti controllati, della localizzazione esatta di tali documenti, della normativa di riferimento per l’esecuzione del controllo.
PIT - Progetti Integrati Territoriali
I Progetti Integrati Territoriali sono un complesso di azioni intersettoriali, strettamente coerenti e collegate tra loro, che convergono verso un comune obiettivo di sviluppo del territorio e giustificano un approccio attuativo unitario. Il Progetto Integrato Territoriale si articola dunque in componenti progettuali esplicitamente collegate dalla finalizzazione comune allo sviluppo territoriale. Il PIT rappresentava una specifica modalità di attuazione degli interventi cofinanziati dal Quadro Comunitario di Sostegno per le regioni Obiettivo1 nell’ambito del ciclo di programmazione dei fondi 2000-2006.
PIU Europa -Programmi Integrati Urbani
I Programmi Integrati Urbani (PIU' Europa) rappresentano un insieme coordinato di interventi finalizzati al rafforzamento dell’attrattività e la competitività delle città campane, in un ottica di rivitalizzazione socioeconomica sostenibile e realizzati in stretta sinergia con gli indirizzi indicati dalla pianificazione territoriale regionale (PTR). Il Piano, che rappresenta lo strumento di attuazione della strategia regionale per lo sviluppo urbano sostenibile, di cui all’Obiettivo specifico 6.a dell’Asse prioritario 6 del POR FESR 2007 – 2013, si basa su un approccio che integra diverse categorie di intervento nel contesto di un programma organico, e che può attingere, ferma restando l’allocazione finanziaria nell’ambito del POR FESR, a diverse altre fonti di finanziamento in maniera complementare (FEASR, FSE, FAS, Fondi ordinari ecc.).
I principi guida dei programmi sono:
• la sostenibilità delle scelte, ottenuta mediante la partecipazione dei cittadini e della società civile in modo da accrescere la legittimità e l'efficacia delle azioni, attraverso l'attivazione di forum condotti con riferimento alla metodologia di Agenda 21 locale;
• il perseguimento di una alta qualità di vita, applicando i principi di sostenibilità ambientale, sociale e di eco-compatibilità;
• il rafforzamento del partenariato tra i soggetti pubblici e tra privati;
• Ottimizzazione della spesa sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.
POIN - Programmi Operativi Interregionali
I Programmi Operativi Interregionali, finanziati dai fondi FESR, si concentrano su tematiche in cui risulta particolarmente efficace un’azione fortemente coordinata fra Regioni che consenta di cogliere economie di scala e di scopo nell’attuazione degli interventi (Energia, Attrattori culturali naturali e turismo); gestiti dalle Regioni, con la partecipazione di centri di competenza nazionale o Amministrazioni centrali.
PON ATAS
Nell’ambito della programmazione 2000-2006, il PON Assistenza tecnica e azioni di sistema (PON ATAS) si proponeva l'obiettivo di migliorare la capacità istituzionale della Pubblica Amministrazione e di contribuire a migliorare l'attuazione dei Programmi Operativi e degli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali.
PON GAS
Il Programma Operativo Nazionale Governance e Azioni di Sistema 2007-2013 per l'Obiettivo Convergenza (adottato con Decisione C(2007) 5761 del 21.11.07) è il Programma Operativo cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo (FSE) che, nell'ambito delle Priorità 4 del QSN 2007-2013, è teso ad assicurare la parità di genere e le pari opportunità ai sensi del Regolamento (CE) 1083/2006.
PON GAT
Il PON Governance e Assistenza Tecnica 2007–2013 per l'Obiettivo Convergenza (adottato con Decisione C(2007) 3982 del 17.08.2007) è il Programma Operativo cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) nell'ambito della Priorità 10 del QSN 2007-2013, teso alla realizzazione dell'Obiettivo Specifico 10.1.1 "Rafforzare le competenze tecniche e di governo delle amministrazioni e degli enti attuatori, per migliorare l'efficacia della programmazione e la qualità degli interventi per offrire servizi migliori alla cittadinanza".
Il Programma, con una dotazione complessiva di € 276.190.810 (di cui il 50% di contributo comunitario) è destinato alle quattro Regioni italiane dell'Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) ed è finalizzato all'accrescimento della capacità di governance, sia sotto il profilo del miglioramento delle relazioni partenariali, sia sotto il profilo del rafforzamento delle competenze tecniche ed amministrative della Pubblica Amministrazione.
Popolazione attiva
Secondo la definizione dell’ISTAT è la somma delle persone occupate, di quelle disoccupate alla ricerca di nuova occupazione e delle persone in cerca di prima occupazione.
Popolazione non attiva
Secondo la definizione dell’ISTAT è costituita dalla popolazione in condizione non professionale meno le persone in cerca di prima occupazione.
Premialità
La Premialità è un meccanismo di incentivazione introdotto dal Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006 per un importo relativo a circa il 10 per cento del totale delle risorse pubbliche del QCS, che consente di premiare i comportamenti virtuosi dei singoli programmi e diffondere le migliori esperienze.
Il sistema della premialità dei Fondi strutturali è costituito da due riserve, una comunitaria pari al 4 per cento e una nazionale pari al 6 per cento. Le due riserve sono regolate da criteri, meccanismi di assegnazione e tempi di allocazione diversi e presentano entrambe, pur con alcune differenze, una struttura di incentivi tale da stimolare la competizione tra amministrazioni per modernizzare la Pubblica Amministrazione e la gestione dei fondi.
Principio dell’effettività
Principio, in base al quale occorre verificare che una spesa a valere su Fondi pubblici sia concretamente sostenuta e sia connessa all’operazione cofinanziata.
Principio della legittimità
Principio, in base al quale occorre verificare che la spesa sostenuta sia conforme alla normativa comunitaria e nazionale.
Principio di localizzazione
Principio per il quale occorre verificare che la spesa sostenuta sia relativa ad una operazione localizzata nel territorio interessato dal Programma.
Principio della prova documentale
Principio, in base al quale occorre verificare che la spesa sostenuta sia comprovata da fatture quietanzate o da altri documenti contabili aventi forza probatoria equivalente.
Procedure di attivazione
La Procedura di Attivazione dei progetti è una fase sovraordinata al progetto stesso e risulta di particolare interesse in quanto è propedeutica all’individuazione dei beneficiari e delle singole operazioni, consentendo di monitorare la fase che porta a identificare i singoli progetti. Le informazioni da rilevare consentono di censire l’anagrafe della procedura, dettagliandone la tipologia (es. bando, circolare, etc.) e la data di avvio. Il codice attribuito alla procedura può essere richiamato all’atto dell’inserimento dell’anagrafica dei progetti che sono stati selezionati attraverso quella procedura. L’associazione di singoli progetti alla stessa procedura identificativa permette di analizzare le operazioni per aggregati omogenei sotto il profilo delle modalità e dei tempi di attivazione e di ottenere viste di avanzamento a un livello che ben si presta ad analisi comparative. Sarà, ad esempio, possibile monitorare congiuntamente l’avanzamento dei progetti selezionati tramite lo stesso bando o confrontare progetti selezionati con modalità diverse, anche al fine di individuare le opzioni più efficienti.
Procedure di aggiudicazione
Procedura attraverso le quale il beneficiario perviene alla scelta dell’offerente, vale a dire del soggetto che realizzerà l’opera o che fornirà i beni e/o i servizi oggetto del contratto. Le procedure di aggiudicazione includono:
1. Procedura aperta; 2. Procedura ristretta; 3. Procedura negoziata con bando; 4. Procedura negoziata senza bando; 5. Procedura in economia-Amministrazione diretta; 6. Procedura in economia-Cottimo fiduciario; 7. Procedura per Project financing.
Produttività
Secondo la definizione dell’ISTAT è il rapporto fra la produzione ed il complesso dei fattori che sono stati impiegati per tale produzione. Essa si presenta dunque, sotto forma di una frazione il cui numeratore esprime la quantità materiale della produzione esaminata e il cui denominatore rappresenta, invece, l'insieme dei fattori che sono stati necessari per ottenere tale produzione. Non è facile misurare la produttività di un complesso così ampio di fattori (produttività globale), per cui ci si limita all'esame della produttività parziale, espressa sulla base del rapporto tra una misura della produzione ed una misura di uno o più fattori della produzione.
Progetto cardine
Le azioni cardine consistono in interventi complessi dalla cui realizzazione compiuta dipende in modo cruciale il raggiungimento degli obiettivi di programma.
Progetto generatore di entrate
Qualsiasi operazione che comporti un investimento in infrastrutture il cui utilizzo sia soggetto a tariffe direttamente a carico degli utenti o qualsiasi operazione che comporti la vendita o la locazione di terreni o immobili o qualsiasi altra fornitura di servizi contro pagamento (art. 55 del Reg. (CE) n. 1083/2006). Per i progetti le cui entrate sono stimabili ex ante, le risorse comunitarie cofinanziano esclusivamente la parte del costo attualizzato dell’investimento non coperta dalle entrate nette attualizzate del progetto (metodo del “funding gap”). Per quelli le cui entrate non sono oggettivamente stimabili anticipatamente, è prevista la detrazione dalla spesa ammissibile delle entrate generate dal progetto nei cinque anni successivi al suo completamento.
Programma operativo
E’ il documento presentato da uno Stato membro e adottato dalla Commissione che fissa una strategia di sviluppo con una serie coerente di priorità da realizzare con il contributo di un Fondo o, nel caso dell'obiettivo «Convergenza», con il contributo del Fondo di coesione e del FESR.
L’attuazione del QSN avviene dunque attraverso documenti di programmazione di natura operativa che, a seconda della tipologia di regia, vengono denominati Programmi Operativi Nazionali (PON) e Programmi Operativi Regionali (POR). Nella programmazione 2007 –2013 fanno per la prima volta la loro comparsa una nuova tipologia di programmi, i Programmi Operativi Interregionali (POI).
Programmatore del Progetto
E’ il soggetto a cui compete la decisione di finanziare il progetto e che coordina e vigila sulla sua attuazione.
Programmazione
Il processo di organizzazione, decisione e finanziamento effettuato per fasi successive e volto ad attuare, su base pluriennale l’azione congiunta della Comunità e degli Stati membri al fine di conseguire gli obiettivi prioritari della politica strutturale. La programmazione è la fase in cui le Amministrazioni titolari provvedono all’elaborazione dei Programmi Operativi, si dotano di un’adeguata struttura organizzativa, predispongono le procedure necessarie alla corretta attuazione dei Programmi e le diffondono presso il personale impiegato negli organismi di gestione e controllo.
Programmazione Negoziata
La Programmazione negoziata ha lo scopo “di regolare gli interventi che coinvolgono una molteplicità di soggetti pubblici e privati e che comportano attività decisionali complesse, nonché la gestione unitaria delle risorse finanziarie”. Gli strumenti di attuazione sono individuati in:
- Intesa Istituzionale di Programma, attuata mediante Accordo di Programma Quadro
- Patto territoriale
- Contratto di programma
- Contratto di area.
La Programmazione negoziata è stata formulata con la legge 662 /1996, art. 203, legge finanziaria per l'anno 1997. La stessa legge ha demandato al CIPE il compito di regolamentare gli strumenti di attuazione della politica economica nazionale, delegandone anche l'approvazione, nonché la ripartizione delle risorse finanziarie pubbliche destinate allo sviluppo delle aree sottoutilizzate.
Proporzionalità
L’attuale quadro normativo dispone che il grado di intervento della Commissione nel controllo di un Programma Operativo debba essere proporzionale all’entità della spesa pubblica e alla percentuale di contributo comunitario rispetto alla spesa pubblica. Ciò implica un aumento della responsabilità dello Stato membro in riferimento ai programmi di minore dimensione e cofinanziati maggiormente con fondi nazionali, come stabilito dall’art. 74 del Reg. (CE) n. 1083/2006.
PSL - Piani di Sviluppo Locale
Nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale, Attraverso i PSL si intende promuovere e realizzare interventi che, nel rispetto delle strategie di sviluppo fissate per le diverse aree territoriali di riferimento ed in connessione ai PIF ed ai PIRAP, permettano di orientare, sostenere ed affiancare gli operatori nei processi di diversificazione economica, e di implementare azioni di marketing territoriale sviluppando il capitale relazionale delle aree interessate.
PSR - Programma di Sviluppo Rurale
Il Programma di Sviluppo Rurale, cofinanziato dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), destina fondi per accrescere la competitività del settore agricolo, con azioni sinergiche sul capitale umano, sulle dotazioni strutturali delle aziende e sulla qualità dei prodotti.
Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013 della Campania mette a disposizione per i prossimi sette anni risorse per 1,8 miliardi di euro ed è il secondo in Italia per dotazione finanziaria. Il 40% degli aiuti saranno destinati ad accrescere la competitività del settore agricolo campano e alla dotazione di infrastrutture. Circa un terzo delle risorse sarà utilizzato per l'agroambiente, al fine di attenuare l'impatto dell'agricoltura e della silvicoltura sull'ambiente naturale. Il 15%, in linea con la tradizione della Campania, è destinato a migliorare la qualità di vita nelle zone rurali e a promuovere la diversificazione delle attività economiche nelle stesse aree. Le azioni di questa misura saranno estese anche alle aree parco nazionali e regionali.
PTR - Piano Territoriale Regionale
Il PTR rappresenta il quadro di riferimento unitario per tutti i livelli della pianificazione territoriale, individua il patrimonio di risorse ambientali e storico culturali del territorio, definisce le strategie di sviluppo locale e detta le linee guida e gli indirizzi per la pianificazione territoriale e paesaggistica in Campania. Il suo scopo è assicurare per il futuro uno sviluppo armonico della regione, attraverso un organico sistema di governo del territorio basato sul coordinamento dei diversi livelli decisionali e l'integrazione con la programmazione sociale ed economica regionale.
Il PTR della Regione Campania, approvato con la Legge Regionale n.13 del 13 ottobre 2008 pubblicata sul BURC n.45 bis del 10 novembre 2008, disciplina il procedimento di pianificazione paesaggistica, le attività di copianificazione, i laboratori di pianificazione partecipata (strumento operativo per la costruzione del processo di copianificazione) e l'accordo di pianificazione (che tratta degli strumenti di pianificazione urbanistica generale e attuativa).